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DL RISTORI, BITTI (UGL): “CON ULTIMO DPCM È RISPOSTA ANCORA PIÙ DEBOLE E INEFFICACE SIA PER LAVORATORI SIA PER IMPRESE”

“Il decreto legge 137 nasce come risposta, peraltro debole, al decreto del presidente del consiglio dei ministri del 24 ottobre. Oggi, alla luce anche del nuovo dpcm appena adottato, le misure contenute nel presente provvedimento urgente appaiono ancora più deboli e inefficaci”. Lo ha detto il dirigente confederale dell’UGL, Fiovo Bitti, intervenendo presso le Commissioni riunite Finanza e Bilancio sul decreto Ristori.

“Sia lo stanziamento di 2,458 miliardi di euro per il contributo a fondo perduto che i 3,588 miliardi per gli ammortizzatori sociali e per le diverse indennità previste, non sono adeguati a supportare le imprese né a dare un sostegno fattivo ai lavoratori e alle lavoratrici, i cui posti di lavoro sono fortemente a rischio. Poco meno del 40% delle imprese interessate dal dpcm del 24 ottobre, che danno occupazione a circa 4,8 milioni di addetti, sono già ora molto vicine alla soglia critica al di sotto della quale rimane il solo fallimento. Una questione sociale che investe tutto il Paese, ma che rischia di assumere toni ancora più drammatici nelle aree in ritardo, in particolare del Mezzogiorno”.

“L’emergenza epidemiologica si innesta infatti in un tessuto produttivo già duramente provato sul finire dello scorso anno, quando la curva dell’occupazione aveva già imboccato la parabola discendente, senza che governo ed imprese comprendessero l’importanza di rafforzare tutti gli strumenti a disposizione, dagli ammortizzatori sociali alle politiche attive. Inascoltati, proponemmo, fra le altre cose, un piano formativo straordinario, così da favorire l’allineamento delle competenze dei lavoratori dipendenti. La successiva e drammatica esplosione della pandemia ha accentuato le criticità già emerse, tanto che potremmo trovarci alla fine di quest’anno con un milione e mezzo di occupati in meno rispetto allo stesso periodo del 2019”.

“Senza dimenticare una cosa: anche laddove si è riusciti a salvaguardare il posto di lavoro, il reddito familiare disponibile si è quasi sempre ridotto, come conseguenza diretta dell’accesso alla cassa integrazione e per il massiccio e obbligato ricorso a strumenti contrattuali, come i congedi parentali, per stare vicino ai figli, costretti a casa a causa delle scuole chiuse, o ai genitori anziani, le persone più fragili e a rischio davanti al Covid-19”.

L’UGL per i lavoratori ha avanzato le seguenti indicazioni: “Le norme sull’accesso agli ammortizzatori sociali andrebbero opportunamente chiarite per evitare ricadute negative sui dipendenti e sulle stesse imprese. Il presidente del consiglio dei ministri ha assicurato una copertura fino al 31 marzo 2021; al momento, il presente decreto solo formalmente arriva al 31 gennaio 2021, in quanto le sei settimane, nella migliore delle ipotesi, potrebbero permettere una copertura fino alla fine dell’anno. Dalle varie indennità continuano ad essere escluse alcune categorie di lavoratori, come, ad esempio, gli agenti e i rappresentanti di commercio o tutto il vasto mondo del lavoro ambulante e delle fiere, mentre per altre, su tutti i lavoratori dello sport e della cultura, gli stanziamenti previsti continuano ad essere assolutamente insufficiente, rispetto alla platea individuata. Andrebbe valutata correttamente l’estensione dei congedi parentali almeno fino ai 16 anni”. Per le imprese: “la dotazione del fondo per il contributo a fondo perduto appare insufficiente. L’allegato 1 andrà sicuramente ampliato e rivisto nelle stesse percentuali di ristoro, tenendo conto del nuovo dpcm e valutando correttamente alcune situazioni limite, come, ad esempio, quello degli esercenti negozi di parrucchiera e estetista che, pur avendo la possibilità di rimanere aperti, subiranno un notevole calo di fatturato. Gli interventi specifici per il settore dello sport, della cultura e del turismo non appaiono adeguati; scarsa è stata la risposta del tax credit vacanze”.

“In attesa della legge di bilancio, rispetto alla quale si guarda con preoccupazione il grave ritardo che si sta accumulando, che, inevitabilmente finirà per pesare sul dibattito parlamentare e sullo stesso confronto con le parti sociali, il decreto Ristori può comunque rappresentare lo strumento legislativo più immediato per introdurre alcuni correttivi ai precedenti provvedimenti”.

 
Da: Ugl.it

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